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Il Cibo, necessario per sopravvivere, è lo specchio della storia, di un bisogno naturale che nel tempo ha assunto significati e regole comuni. Quando il libro è stato progettato, non si immaginava che il cibo: simbolo di appartenenza alla collettività, volano delle relazioni sociali, messaggero di valori che influiscono sulla reciprocità interindividuale, al tempo della Pandemia COVID-19 mostrasse nuove costruzioni di senso. Durante il Lock-Down si può rinunciare a tutto, ma non al desco, il bisogno di relazionalità umana, non può essere un surrogato dell'esperienza della relazione digitale. Il libro tratta del farsi delle differenze genere-cibo, dagli aspetti biologici, alla famiglia, alla cultura, alle tradizioni, ai valori, alla disponibilità di risorse alimentari in paesi a diversi livelli di sviluppo. Si osservano diverse dinamiche del fenomeno, dalle radici storiche, alle situazioni problematiche, cibo e salute, quale cibo, donne e corpo, la negazione dell'identità femminile, gli immaginari di genere, la produzione del cibo, genoma e società, le statistiche. Obiettivi del testo: definire che alle radici delle disuguaglianze vi è un disagio, una frattura nel rapporto femmine e maschi, un'alternanza nell'attrarsi e nel respingersi, una carenza di empatia, ansia, tensione e ricadute sullo stato di salute; proporre un cambio di paradigma; indicare un approccio metodologico eclettico, combinazione e conciliazione di saperi di diversa provenienza, fusione di elementi di fonti diverse, atteggiamento di chi non segue un unico metodo ma pone a confronto criteri diversi, imposto dalle caratteristiche del fenomeno oggetto di studio, nel caso in oggetto della fitta rete dei legami tra genere, cibo e salute; approntare uno "schema paradigmatico del rapporto fra i generi nel campo dell'alimentazione umana"; enunciare "un nuovo paradigma di natura eclettica, basato su differenze visibili" (Cipolla).